Greed (a cura di
Enrico Pantalone)
1925, 113’ ( 370’
originale)
Regia Erich Von Stroheim
Cast: Gibson Gowland, Jean Hersholt, Zasu Pitts, Cesare Gravina.
Il film che segna
l’apogeo ed il crollo di Stroheim,
il film maledetto per eccellenza del cinema muto americano degli anni ’20,
lungo quasi otto ore, ridotto poi a circa due da Irving Thalberg,
il direttore di produzione della MGM, nemico implacabile del regista tanto da
convincere Louis B. Mayer che la distruzione della pellicola eccedente ed il recupero
dei nitrati d’argento gli avrebbe permesso l’acquisto d'ottimi sigari avana.
In realtà il film
non eccedeva nel feticismo come i precedenti, ma qualcuno vide nell’avarizia
dei personaggi una simbologia di chi investiva i soldi in quei film (e forse
era vero), Stroheim, già notevolmente tenuto alla
larga per le sue tendenze sado-masochiste, per le eccessive spese (per la
Marcia Nuziale fece produrre appositamente a Vienna dal ricamatore ufficiale del Absburgo decine di paia di
boxer per uomini neri con lo stendardo imperiale sapendo che nessuno le avrebbe
mai potuto vedere… almeno nei circuiti ufficiali) e per alcune versioni
decisamente hot che sarebbero state girate ed immesse sui mercati clandestini
destinati a miliardari nel mondo egli andò dritto a sbattere il muso contro il
perbenismo di facciata degli americani di quell’epoca cadendo proprio su ciò
che loro ritenevano sacro e caro più del sesso: la famiglia, la fede ed il
lavoro.
Il film è una
sinfonia contro questi tre elementi, destabilizzanti per una società avviata
allegramente al tracollo finanziario, Stroheim è
grande, e grandi sono i tre protagonisti principali, Gowland/McTeague prototipo
dell’arrivista senza scrupoli, s’inventa medico dentista senza avere studiato,
poi sposa la benestante Zasu Pitts/Trina,
povera claudicante e minata da una malattia terribile, l’avarizia, che la
porterà alla pazzia nel tentativo di nascondere ogni moneta e Jean Hersholt/Marcus Schouler,
teoricamente il buono del film, sempre superato in tutto da McTeague,
che gli soffia anche la cugina Trina, a lui promessa., ma anche lui cade
andando a denunciare il cognato per professione abusiva.
McTeague, perso il lavoro, diventerà poco più che un
vagabondo ed arriverà ad uccidere la moglie dopo aver
scoperto che aveva un forziere pieno di danaro nascosto in casa.
Dopo aver caricato
il denaro su un mulo e cercato d’attraversare la Death Valley viene inseguito e raggiunto da Schouler
che ha scoperto l’assassinio della cugina, inutile dire che i due moriranno entrambi
per sete vicini al loro amato oro.
L’americano medio
non poteva certo accettare un film che spezzasse tutta l’impalcatura che la
società aveva costruito e che, parole di molti politici dell’epoca, aveva
portato gli Stati Uniti vicini a dire che avevano quasi vinto totalmente la
povertà: Stroheim fu impietoso e pagò duramente,
tornò in Europa e solo grandi attrici che si sentirono in debito con lui lo
richiamarono come attore caratterista (Greta Garbo e Gloria Swanson).